Sono diventato lo sbirro di Internet
E ho terrorizzato le sezioni commenti dei giornali locali.
Girando sulle pagine Facebook di alcuni quotidiani locali bresciani, mi sono imbattuto in numerosi commenti che non stavano né in cielo né in terra: minacce di morte gratuite ai soggetti nominati nei vari articoli, soprattutto quando questi riguardavano direttamente — o indirettamente — immigrati, inneggiare a rivolte popolari e un generico e diffuso odio verso il prossimo.
Eccolo lì, il solito frustrato.
Regola la sedia, raddrizza la schiena, scrocchia le dita e si lancia in un’anatema contro gli immigrati:
Com’è possibile che quel commento sia lì in bella vista? Perché nessuno lo modera? Davvero puoi augurare la morte a qualcuno senza conseguenze?
Se sei su Facebook, a quanto pare, la risposta è “assolutamente sì”.
Non prendiamoci in giro, questi commenti non vanno bollati come “massì dai, sono dei commenti su un social”. Non sono astratti, sono reali. La gente lo pensa e non ha paura di dirlo, non ha paura di associare la propria faccia di merda quando lo dice.
La colpa è del gigante di Menlo Park, che non ha i mezzi per far fronte a quest’epidemia di commenti violenti. Oggettivamente, Facebook se ne sbatte il cazzo e, come il capitalismo dal volto umano ben ci insegna, appalta ad agenzie esterne che fanno fare ai moderatori una vita di merda.
Eppure sempre più spesso, vediamo palesi esempi di violazioni delle policy di Facebook, ma sembra che al buon Marco non gliene freghi proprio nulla: gli autori continuano a rimanere impuniti.
Non raccontiamoci nemmeno la palla che non è possibile realizzare una rete di controllo così estesa da monitorare tutto: prova a scrivere “NeBro” su un social e vedi dopo quanti secondi il tuo contenuto sparisce, poco conta che tu sia ironico.
I forum e i blog sono sopravvissuti a decenni di discussioni, senza avere un millesimo delle risorse finanziarie che Zuckerberg & co. hanno a disposizione (ovviamente non è tutto sempre rose e fiori).
È una scelta precisa.
Una concreta mancanza che porta a delle conseguenze estreme che al giorno d’oggi sono sotto gli occhi di tutti: una guerra sociale tra tribù digitali che incarnano identità e obiettivi differenti, ma che trovano nel web uno spazio di discussione condiviso.
Le conseguenze estreme le abbiamo viste — purtroppo — qualche giorno fa, con il massacro nella moschea di Christchurch: un concentrato di layer e meme che è stato ben affrontato parlando di shitposter che imbracciano un fucile oppure di come 4chan sia fondamentalmente un covo di merda dove si formano ideologie pericolosamente vicine a quelle di Tarrant.
Quindi cosa fare nel momento in cui nessuno controlla niente — o, almeno, finge solo di farlo — e tutto è lasciato nella più totale anarchia?
Beh, serve che anche il singolo prenda in mano la situazione, ma cosa temono di più le persone di destra, quelli che commentano impuniti?
La punizione, la legge… gli sbirri.
Quindi ho deciso di diventare lo sbirro dell’internet.
Ed ha funzionato (in parte).
Il 65% delle persone a cui ho risposto come Polizia di Internet ha cancellato o rettificato il commento (57 su 88).
(spoilerone: sono io la pula del web)
In fondo, hanno paura di essere puniti.
Di pagare le conseguenze di quello che dicono e scrivono.
LA VETERINARIA
Emanuela sgozzerebbe persone come capretti, ma lei in fondo ama moltissimo gli animali. È un’anima pura.
IL FORNAIO
Dai Ivan, non si mettono le persone nel forno, dovresti saperlo.
Non mi spaventavo così tanto da quando mi dissero “ti aspetto fuori dal campo” giocando a calcio a 7 al CSI.
IL NOSTALGICO
Dai Gianni, porca vacca. Cattivo.
ER LENIN
Avanti Popolo, alla riscossa…
ELON MUSK DELLA BASSA BRESCIANA
I like the smell of burnt people in the morning
IL REDENTO
Ritroviamo dal nostro amico Dario, quello che voleva prendere gli immigrati e “falciarli a metà con un mitra”. Lui è l’eroe di questo post.
Dario si impanica: davvero sono arrivati i poliziotti? Ma come, è solo un innocente commento sotto ad un articolo di Giornale!
Niente da fare Dario, noi sbirri non ci fermiamo davanti a nulla: le tue giustificazioni non ci fermeranno.
No Dario, non ci bastano nemmeno le scuse.
Dario è terrorizzato, che cosa farà?
Sbirri del web 1–0 Dario
Ecco.
Questo è il risultato.
Una presa di coscienza, anche se minima.
Capire che sulla rete e sui social non si rimane impuniti.
Ora, non è molto, ma da qualche parte bisogna pur iniziare: mentre aspettiamo che la Polizia Postale si dia una sana svegliata e inizi a dare la giusta serietà a questo tipo di commenti, ci penserà la Polizia di Internet a proteggervi.